Gianfranco Zavalloni, maestro e dirigente scolastico, teorico della pedagogia della lumaca scriveva: quando si “perde tempo” si “guadagna tempo” compaiono le idee, si trovano soluzioni creative, si cercano antidoti alla noia e nuove strade di ricerca.
“Mi piace giocare, prosegue Zavalloni, disegnare, raccontare e ascoltare storie, fare e vedere uno spettacolo di burattini. Insomma mi piace il mondo dei bambini e delle bambine, anche perché credo sia importante che in noi resti vivo una parte di bambino. E per 16 anni ho giocato con i bambini dai 3 ai 6 anni (è stato educatore, ndr).
Per questo più di 15 anni fa ho scritto il Manifesto diritti naturali di bimbi e bimbe. Questo manifesto è rivolto ai grandi, anche perché i piccoli lo capiscono al volo”.
Un po’ come diceva il Piccolo Principe: “ai grandi bisogna sempre spiegare tutto quello che i bambini capiscono subito”.
E poi aggiungeva che per capire l’infanzia e la fanciullezza ognuno deve fare memoria, cioè ripensarsi bambino. E per far questo è bene porsi alcune domande:
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- cosa amavamo fare?
- dove giocavamo?
- con chi ci piaceva stare?
A partire da questi tre interrogativi, ritengo utile analizzare la situazione o meglio il rapporto fra mondo dell’infanzia e società moderna, alla luce di quei diritti che io ritengo completamente disattesi.
I DIRITTI NATURALI DI BIMBI E BIMBE
- IL DIRITTO ALL’OZIO
a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti - IL DIRITTO A SPORCARSI
a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti - IL DIRITTO AGLI ODORI
a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura - IL DIRITTO AL DIALOGO
ad ascoltatore e poter prendere la parola, interloquire e dialogare - IL DIRITTO ALL’USO DELLE MANI
a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde,accendere un fuoco - IL DIRITTO AD UN BUON INIZIO
a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura - IL DIRITTO ALLA STRADA
a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade - IL DIRITTO AL SELVAGGIO
a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi - IL DIRITTO AL SILENZIO
ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua - IL DIRITTO ALLE SFUMATURE
a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle
A partire da queste suggestioni suggerite da Zavalloni, è bene interrogarsi e fermarci a riflettere sull’importanza di darsi tempo anche se è la cosa più difficile da fare perché i ritmi incalzanti che quotidianamente viviamo spingono gli adulti a riempire il loro tempo e quello dei bambini, programmando ora dopo ora le giornate, organizzando attività e facendo in modo che tutto funzioni.
E così accade che, per non trovarsi a gestire attese o tempi diversi da quelli che si hanno a disposizione, si scelga di anticipare soluzioni o a volte ci si sostituisca ai bambini anche nella gestione delle piccole azioni quotidiane.
Per i nostri bambini, siamo punti di riferimento, a cui garantiamo routine per soddisfare i bisogni primari, spazi per orientarsi e tempi per giocare, ma sempre più raramente lasciamo loro occasioni per sperimentare in autonomia e quando si ritrovano ad affrontare tempi “vuoti” capita che vivano momenti di disorientamento e ricerchino risposte dai grandi: E adesso cosa facciamo? Non so a cosa giocare! Mi annoio.
Della noia abbiamo generalmente un’idea negativa, perché legata ai tempi vuoti in cui apparentemente non c’è niente da fare. Ma i tempi vuoti che si alternano tra un’azione e l’altra sono necessari per dare senso a quel che facciamo.
Per far sì che il vuoto diventi propositivo, i bambini hanno bisogno di fermarsi, avere il tempo anche per annoiarsi e cercare un modo creativo per fare qualcosa di nuovo, per scegliere cosa fare e cosa non fare, per sperimentare, per fare nuove scoperte, per trovare i giusti tempi e i giusti modi per star bene prima di tutto con se stessi, con gli altri e con l’ambiente che li circonda.
E quindi, ecco un ottimo esercizio da fare insieme:
- prendete una coperta
- cercate un prato in un parco cittadino
- stendete la coperta in mezzo al prato
- e non fate assolutamente niente. Lasciate che il vostro bambino si attivi e vi attivi. Il rischio è che vi sorprenda!
di Patrizia Cascella
co-fondatrice della Giocomotiva