Da 3 anni a questa parte La yurta nel bosco ha anche un’anima di azienda agricola che si chiama BioMatto e si trova nel Novarese.
Produciamo piante da orto da semi antichi, rari, asiatici, fiori eduli e piante aromatiche. Un lavoro che abbiamo scelto per contribuire alla diffusione della biodiversità e per dare visibilità ai temi che in ambito educativo sono la cifra del nostro “stare” con i bambini e con le loro famiglie nel bosco: gusti, sapori,
consistenze, differenze, sfumature, sostenibilità, ascolto.
Con l’arrivo della primavera abbiamo inaugurato anche l’agriturismo, nella formula di un piccolo b&b. Insomma, visto così pare un sogno che si concretizza, il piano B dopo una vita di corse, stress e lavoro a Milano.
Penso, in realtà, che questa fosse solo una strada già segnata da quando ero bambina e trascorrevo, con la mia famiglia, mesi e fine settimana, in questi boschi. Io sono cresciuta qui, su questo sentiero, in questa radura, guardando questi alberi. Gli stessi che anche i bambini della Giocomotiva di Via Zocchi hanno a loro volta visto, toccato, sentito.
D’altra parte, la biofilia, la passione e l’amore per la Natura e per Gaia, non sono un sentimento innato, ma un qualcosa che si impara fin da piccoli. Un qualcosa però di fondamentale, perché muove in noi esseri umani azioni in grado di preservare o meno le condizioni per la Vita su questa Terra. Ce ne parla il biologo e ricercatore di ecologia dell’Università della Valle d’Aosta Giuseppe Barbiero nel suo meraviglioso volume Ecologia Affettiva.
Ed ecco qui, in questa storia che racconta i miei ricordi di bambina e di quanto fossi felice qui, le prime scintille de La yurta nel bosco e di BioMatto.
Alla ricerca di Tina Bautina
Una volta – 70, 80 o forse 100 anni fa – viveva su una collina né alta né bassa un contadino. Tutte le mattine, da quando era giovane, si alzava alle 4. Dormiva su un letto che al posto del materasso aveva le foglie delle pannocchie secche mescolate a quelle di castagno, perché lì vicino alla sua fattoria, questo c’era. Beveva una ciotola di latte freddo, mangiava un pezzetto di pane secco, accendeva il fuoco e così iniziava la sua giornata.
Aveva quattro o cinque vacche che lasciava pascolare nei prati vicino a casa che quando avevano i loro piccoli gli donavano un po’ di latte, allevava bachi da seta, galline per avere le uova e poi coltivava una meravigliosa vigna.
A maggio tagliava i prati con la ranza. Calmo e tranquillo ogni tanto si fermava, si asciugava la fronte e tirava fuori dal suo corno di bue, che teneva allacciato alla cintura, la cote per rendere la lama ben affilata. Legava la vigna con i salici.
Anche per lui arrivavano momenti di riposo e così, dato che amava molto la sua collina, la risaliva per fare una passeggiata, con le mani dietro la schiena e ammirarne la bellezza. Camminando raccoglieva sempre qualcosa da terra: una pietra focaia bianca e lucente, una noce, una nocciola dimenticata da qualche scoiattolo l’inverno precedente. E mentre in una tasca metteva questi tesori della natura, dall’altra ogni tanto, dopo aver fatto un piccolo buchino nel terreno, lasciava cadere una castagna o una ghianda e poi, con la sua mano, le ricopriva di terra.
Tutti i sabati si faceva il bagno in un fiume che scorreva davanti alla sua casa e andava a trovare una bambina, che viveva lì vicino. Le portava un pezzo di pane fresco, qualche noce e le primizie che trovava nel bosco: mirtilli, fragoline profumate, fiori di sambuco, morbido muschio.
Un giorno d’estate, quando ormai il contadino era molto anziano, volle svelare alla bambina, che ormai si era
fatta grande, il sentiero che conduceva da Tina Bautina. “Ma io non voglio andare da Tina Bautina, nonno
Beppe” – così si chiamava l’anziano contadino. “Non conosco questa signora e non ci voglio andare! Io vorrei stare nel bosco ad ascoltare il fischio delle poiane e ad ammirare le betulle ondeggiare”.
Nonno Beppe sorrise e le disse “seguimi. Ne sarai felice per il resto della tua vita”. E così la bambina lo seguì. Camminarono un po’, incontrarono un fiume, lo attraversarono più e più volte andando sempre più nel fitto del bosco. La bambina era un po’ spaventata, non conosceva quella strada e non sapeva di nessuno che lì vi abitasse, tanto meno di questa Tina Bautina.
Il rumore dell’acqua si fece sempre più intenso, quasi che non si riusciva a sentirsi parlando! E dopo l’ultimo passaggio nell’acqua la bambina alzò lo sguardo e vide davanti a sé un mare d’acqua che scendeva forte forte da un altissima roccia scura. Rimase sbalordita di fronte a tanta bellezza! Nonno Beppe la guardò e le disse: “ecco questa è Tina Bautina. La cascata che sta ai piedi della nostra collina”.
La bambina crebbe così, serbando nel suo cuore la bellezza dei campi di fieno, il profumo del bosco bagnato, la musica dei grilli che cantano in estate e la passione per Tina Bautina.
Diventata madre, decise assieme a suo marito che anche la loro bambina sarebbe crescita nella bellezza della collina. Appena la bimba ebbe compiuto i 7 anni, la madre capì che era pronta per affrontare quel cammino e così portò anche lei a conoscere Tina Bautina.
E siccome ormai di luoghi così magici ne erano rimasti pochi, lei e il marito decisero che avrebbero invitato sempre tanti ma tanti bambini a conoscere Tina Bautina e tutti gli altri luoghi del bosco. A una condizione però: che tutti, nella stagione giusta, facessero un piccolo buco nel terreno e piantassero una ghianda o una castagna, così come faceva Nonno Beppe.
di Francesca Lanocita
Francesca Lanocita laureata in lettere moderne, un passato da pubblicitario, è oggi maestra di bosco e contadina. Ha fondato assieme a Mara Guasco e Paolo Santori nel 2012 l’associazione La yurta nel bosco, per la quale si occupa del coordinamento, dell’approfondimento pedagogico, della comunicazione e dell’organizzazione delle attività per famiglie, educatori, i maestri e scuole. In aprile 2018, ha inaugurato l’azienda agricola e agriturismo BioMatto.
BioMatto
Via Vergante 13
28041 Arona (Novara)
t. 339 3727980 | hello@biomatto.it